C’è qualcosa che ha a che fare fortemente con l’educare. Ed è la vita. L’educazione stessa è vita. Matthew Fox scrive che non si educa per vivere, ma si vive per educare. Per cui, potremmo dire che chi educa si occupa della vita che sarà. Di come cioè si organizza il vivere di ognuno. Senza giri di parole ce lo ha detto Asia all’ultimo convegno chiedendoci di parlare di “mare, meduse, pesci”, sistemi viventi di un ambiente totalmente diverso e altro da quello che entra nei nostri processi educativi e di cura che noi abitiamo quotidianamente, fortemente però legato alle nostre scelte, abitudini di vita, ai modi attraverso i quali generiamo il nostro rapporto con i sistemi viventi interagendo nella nostra dimensione di corpi con una intelligenza, con un cuore e una coscienza. Dimensione del pensare/conoscere, amare/sentire dentro, discernere/scegliere. In fondo decidiamo con la testa, con il cuore, con la nostra coscienza come stare e come permettere agli altri di stare a questo mondo. E a quello che sarà.

Quali sono i dispositivi che, attraverso l’educare, generano nuovi ed efficaci pratiche di comunità in grado di collegare gli apprendimenti (anche quelli scolastici di base) con la necessaria generatività del nostro essere al mondo? Un convegno a settembre per confrontarsi, apprendere, sperimentare, approfondire seguito da altri due appuntamenti seminariali a novembre e dicembre più tematici e percorsi per le scuole di co-progettazione e sperimentazione/formazione in itinere.

Il convegno avrà 3 momenti plenari, un workshop collettivo per mettersi in gioco, una serie di seminari laboratoriali di approfondimento e progettazione.

Si rivolge a docenti di tutti gli ordini e grado, educatori, operatori del sociale, assistenti sociali, psicologi e psicoterapeuti, studenti universitari e quanti sentano la necessità di confrontarsi con i temi proposti e la compagine di formatori ed esperti presenti.


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