Prima la Chiesa, poi l’uomo
E’ già iniziato il bilancio di questo papato. Da una parte l’immensa popolarità personale di papa Giovanni Paolo II e l’esaltazione delle sue notevoli capacità mediatiche. Dall’altra la crescente marginalità del messaggio della chiesa nella coscienza dell’uomo d’oggi. Piace papa Woitjla, la sua persona è perfino venerata ma, senza problemi, si vive ignorando le cose che dice. Non è una contraddizione ma la risposta a una chiesa che appare più trionfalistica che evangelica. La situazione è nuova. La chiesa di oggi deve rinunciare alla protezione di forze esterne come i poteri temporali. Per la prima volta nella sua storia può scegliere tra una posizione conservatrice e una più profetica. Tra una presenza più coraggiosa, audace nella società e una più incisiva affermazione della propria identità. Tra il mondo come creazione di Dio, scena della sua storia di salvezza o il mondo come pericolo, aggressione, tentazione da cui difendersi. Con Giovanni Paolo II la chiesa ha scelto, rovesciando il Concilio Vaticano II, di forzare la sua autonomia fino a dare l’impressione di voler custodire la cristianità rispetto al mondo. Il risultato è questo impressionante deficit di Vangelo. E ora? Bisogna attendere un nuovo giorno, secondo l’incessante ritmo che vede avvicendarsi da sempre, nella storia della chiesa, la luce alle tenebre. Così l’autore di queste densissime pagine, scritte con una franchezza ormai inconsueta, induce a riconsiderare, con l’occhio dei poveri, non solo le ragioni storiche di questa regressione ma anche i semi della speranza che lo Spirito semina anche nella notte.
Arturo Paoli
Sottotitolo | Bilancio sul papato di Wojtyla |
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Autore | J. Comblin |
Anno di pubblicazione | 2002 |
Pagine | 80 |
Collana | paginealtre paginealtre... lungo i sentieri della differenza |