Pedagogie africane
Pronunciare il mondo è dare un nome al mondo, significa esistere con. E il nuovo nome del mondo ha gli occhi di un neonato: la madre che lo ha generato e nominato si è assunta la responsabilità dei legami, visibili e invisibili, che danno senso alla vita. È il racconto del rischio del venire alla vita, il nuovo che conserva la traccia del passato. “Tutto è connesso. Tutto è vivo. Tutto è interdipendente”. E in Africa sono soprattutto le donne che sanno attingere al grande patrimonio culturale, materiale e immateriale, per affermare il diritto di esistere e vivere dignitosamente.
Pedagogie africane è un viaggio nel vitale cantiere africano “che si sostanzia nella ricerca incessante di una sintesi tra passato e futuro, tra le tentazioni individualistiche delle grandi metropoli e il richiamo alla solidarietà, tra le seduzioni della modernità tecnologica e le istanze della socialità”.
Pedagogie africane è l’oscillazione tra il senso etimologico della parola pedagogia, “condurre il bambino” così come avviene nelle forme tradizionali di cura ed educazione in Africa, e il senso più recente di “sostegno alla vita”, come nelle forme attuali di sostegno ai bambini di strada di Nairobi.
Sottotitolo | In viaggio con i bambini di strada |
---|---|
Autore | M. Camerini, M. Di Lecce |
Anno di pubblicazione | 2006 |
Pagine | 86 |
Collana | pace insieme paceinsieme... alle radici dell'erba |